Per fare un fiore… ci vuole un’ape.
Il 2018 si apre ancora con un dato allarmante.
Le api stanno scomparendo a ritmo serrato. Negli ultimi anni questa situazione si è aggravata e ci sta avvisando che la nostra esistenza può essere a rischio. Gli scienziati hanno definito ” sindrome da alveari vuoti” . Non solo i favi sono meno abitati, ma spesso ospitano esemplari malati, dal colore insolito, durata di vita dimezzata. Attenti! E’ a rischio la produzione di miele anche per il 2018 in Italia. Eppure il fenomeno non si limita alla diminuzione di produzione di miele.Le api sono responsabili dell’impollinazione di centinaia d specie di piante, sia coltivate che selvatiche. Le conseguenze si riflettono sull’agricoltura e sull’intero ecosistema del Pianeta. Non solo miele ma niente frutti, meno verdure,niente fiori.
Le api sono anche un’enorme risorsa economica della natura. Un alveare contiene fino a 50.000 insetti, in Europa ci sono miliardi di api e ogni volta che un’ape esce dall’alveare impollina un centinaio di fiori. Un vero e proprio lavoro.
Senza api, centinaio di piante scomparirebbero.
Tra le cause per cui le api stanno scomparendo, e che gli scienziati di tutto il mondo stanno studiando, oltre ai pesticidi, ci sono gli OGM e le onde elettromagnetiche.
Oltre a questo, è dimostrato che le api evitano i campi coltivati a Ogm e trasmettono segnali di allarme alle compagne che ancora non hanno sorvolato queste coltivazioni.
Alcuni studi condotti dall’Università di Landau dimostrano che le api rifiutano di entrare negli alveari se sono installati nei paraggi ripetitori o congegni elettromagnetici.
I telefoni cellulari provocherebbero il fenomeno “Colony Collapse disorde” che provoca la morte dell’insetto lontano da casa per disorientamento. Questo fenomeno è stato riscontrato lo scorso anno negli USA dove gli apicoltori hanno denunciato una moria pari all’ottanta per cento di api.
In Europa sono circa 600.00 apicoltori di cui 50.000 in Italia. Producono circa 200.000 tonnellate di miele al’anno. L’uE è il secondo produttore mondiale dopo la Cina. I maggiori produttori sono Romania,Spagna, Ungheria seguiti da Germania, Italia e Grecia.
Fonte : parlamento Europeo.http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?type=CRE&reference=20180301&secondRef=TOC&language=IT